Descrizione
Per quanto la sua lettura risulti avvincente ed emozionante, "Albino. Una storia rigata di filo spinato", non è un semplice romanzo, ma un'operazione di memoria. L'autore, il Magistrato e saggista, Matteo Claudio Zarrella, intrecciando la grande storia dell'immediato dopoguerra con la microstoria di suo zio, Albino Carbone, Ufficiale dell'Esercito, internato in diversi campi di concentramento fino a quello di Biala Podlaska e mai più tornato nella sua casa di Lapio, restituisce il senso dei fatti storici e la misura dell'eroismo di quei 650mila IMI che ebbero il coraggio di dire NO, rifiutandosi, dopo l’armistizio del '43 di continuare la carriera militare nelle SS, mantenendo così, con un grande sacrificio, l'impegno di fedeltà preso per il proprio Paese.
Sul volume c'è stato un intenso e significativo confronto, ieri, nella Sala consiliare di Grottaminarda, risultata gremita per l'occasione.
Il dibattito moderato da Emanuela Ianniciello dell'Associazione "Cultura è Libertà" che ha curato l'iniziativa, ha visto in apertura il saluto di Virginia Pascucci, Presidente del Consiglio comunale di Grottaminarda, Ente patrocinante che ha voluto dedicare anche un pensiero ai tre Carabinieri morti nel veronese e di Silvio Sallicandro, editore della "Delta 3", casa editrice che ha lanciato il libro.
Sono poi seguiti gli interventi di Angelico Carpinella, altro nipote di Albino, il quale si è adoperato grazie all'aiuto di Martina Wagemann, nelle ricerche e nella raccolta del materiale per ricostruire i 2 anni di atroce prigionia e lavori forzati di Albino; del Magistrato Pier Francesco De Pietro che ha sottolineato come quel "no" insieme a quello di tanti altri, abbia determinato un vero cambiamento storico; del Giornalista e scrittore, Generoso Picone che ha evidenziato il valore della memoria poichè un popolo senza memoria, a suo avviso, è un popolo già schiavo che perde la sua identità.
Infine, le conclusioni dell'autore Matteo Claudio Zarrella che ha descritto, tra le altre cose, la "conversione" di Albino nei lager, da giovane felice del prestigio della carica nell'esercito a uomo consapevole del valore della pace tra i popoli.
Dunque una figura di grande attualità quella di Albino Carbone simbolo delle migliaia di soldati deportati ai quali Hitler, togliendo il riconoscimento di "prigionieri di guerra", tolse anche il diritto di godere della Convenzione di Ginevra riducendoli in veri e propri schiavi vessati tra fame, freddo e lavoro forzato.
Ufficio Stampa
Monica De Benedetto
comunicazione@comune.grottaminarda.av.it
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Ultimo aggiornamento: 20 ottobre 2025, 16:41