Descrizione
A dominare il vecchio abitato della "Fratta" è ancor oggi il Castello d'Aquino, appartenuto per diversi secoli alle diverse famiglie feudatarie che si sono avvicendate nel possesso della baronia di Grottaminarda, mentre dal 1988 è di proprietà comunale.
L'impianto originario della fortezza risale con molta probabilità all'epoca altomedioevale e dovette essere ampliato intorno alla prima metà del secolo XII, quando venne installata anche la cinta muraria difensiva dell'abitato medievale, documentata già a partire dal 1137.
Danneggiato da diversi eventi tellurici, il maniero, a pianta quasi trapezoidale, è stato più volte ricostruito e adattato ad uso abitativo da parte dei signori che lo hanno posseduto, mentre un documento del 1531 lo descrive senza dubbio come ancora funzionale in quell'anno perla difesa attiva ("es tierra tiene un castillo fuerte y bueno con su muro, fossado v puente levador").
In seguito al sisma del 1694 e a quello del 1732, parte del forte è adattata a dimora signorile e sfruttando le vecchie strutture del complesso difensivo viene realizzata nel settore sud una zona residenziale limitata al primo piano, mentre l'arca posta alle spalle viene sistemata a giardino pensile, recintata e dotata di terrazza con belvedere sul vallone Palombara. Uno spazio, questo, che assume un carattere di gran suggestione per il paesaggio che da esso si traguarda, la qualità dell'architettura entro cui è conformato e la composita natura del patrimonio botanico tuttora rilevabile.
L'antica fabbrica difensiva mostra alcuni tratti delle mura perimetrali d'epoca aragonese con gli originari paramenti esterni formati in qualche caso da filari di laterizi alternati a larghi specchi di ciottoli fluviali o a pietre calcaree di varia pezzatura, elementi tutti cementati da sottili strati di una malta durissima.
Una torre cilindrica su base scarpata, alta circa 14 metri con un diametro massimo di 12 metri, ed una torre a pianta quadrata, di cui resta il basamento scarpato, possono vedersi agli angoli del lato del forte che guarda verso occidente, in posizione dominante sul profondo vallone sottostante, che ancor oggi, con la sua lussureggiante vegetazione, costituisce un vero e proprio "polmone verde" per l'intera cittadina.
Altre due torri cilindriche su base scarpata quasi delle stesse dimensioni, sono visibili sulla facciata che guarda rispettivamente il borgo medievale della "Fratta" e lo spazio urbano interamente ricostruito dopo il sisma del 1980 intorno alla Collegiata di Santa Maria Maggiore.
Sia all'interno delle torri sia tra le cortine murarie interposte e i contrafforti di base si conservano ancora camminamenti e suggestivi cunicoli sotterranei voltati a botte, mentre resti del coronamento merlato guelfo s'intravedono alla sommità di alcuni tratti murari.
Fonte: Grottaminarda. Storia, arte, immagini / Giampiero Galasso, De Angelis Editore
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